Proprio in queste ultime ore tuttavia, tra gli utenti dell'applicazione di instant messaging è scoppiata la rivolta, causata dall'annuncio che per usufruire del servizio sarà necessario d'ora in poi pagare una sorta di abbonamento annuale del costo di 0.79 euro. Notizia che ha spinto i possessori dell'app a minacciare di spostarsi in massa su altri servizi di messaggistica per il momento ancora completamente gratuiti.
Certo è che 79 centesimi all'anno per mandare messaggi gratuiti a tutti i propri contatti senza alcun limite di numero o di tempo non possono proprio considerarsi una esagerazione, specialmente visto e considerato che se lo stesso numero di messaggi fosse scambiato utilizzando normali SMS il costo dell'operazione sarebbe decisamente più elevato. Nemmeno le promozioni offerte dagli operatori che comprendono pacchetti di SMS e MMS gratuiti sono infatti in grado di competere nel prezzo con i soli 79 centesimi richiesti annualmente dagli ideatori di Whatsapp.
La faccenda riguarda in modo particolare gli utenti Android, BlackBerry e Windows Phone per cui l'applicazione è sempre risultata completamente gratuita. Per quanto riguarda la version iOS, infatti, resterà per il momento a pagamento (0,89 euro) solamente il download dell'applicazione stessa che poi continuerà a funzionare senza bisogno di ulteriori esborsi.
Secondo quanto comparso online in queste ore, a infastidire gli utenti non è tuttavia il passaggio da gratuito a pagamento quanto più il modo in cui è avvenuto. I commenti apparsi a calce della notizia su diversi siti web parlano infatti di una sorta di ricatto, "ci avete assuefatto e ora volete i nostri soldi", questo lo slogan della protesta. In realtà nei termini di utilizzo dell'applicazione, come spiegano i produttori, è sempre stato scritto che l'applicazione sarebbe divenuta a pagamento e il fatto che la scadenza fosse stata di volta in volta posticipata non invalida sicuramente quanto scritto nelle stesse condizioni d'uso.
Non ci resta ora che attendere gli sviluppi della faccenda e verificare se gli utenti saranno più propensi ad abbandonare l'applicazione perdendo lo storico, i contatti e la completezza del servizio oppure accettare il fatto di spendere "l'esorbitante" cifra di 79 centesimi di euro per un servizio che permette di risparmiarne decine, se non centinaia.